Restauri privati

Lavori privati, anche di singoli manufatti (dipinti, sculture, pastori, ceramiche, disegni su carta, fotografie d'epoca, stoffe, mobili anche dipinti, modernariato in genere)

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Restauro della Fontana di Trevi - Roma


La progettazione della Fontana di Trevi di Roma durò circa un secolo, vi lavorò per primo Giacomo Della Porta, ma in seguito anche Bernini. Nel 1732, la commissione fu affidata a Nicolò Salvi, che studiò una fontana altamente scenografica. Inaugurata una prima volta nel 1735 da Clemente XII, come ricorda l'iscrizione nell'attico, fu completata dai gruppi scultorei solo nel 1762, con alcune modifiche apportate dall'architetto Giuseppe Pannini.
L'attico è decorato da quattro statue allegoriche: a partire da sinistra, "l'Abbondanza dei frutti", opera di Agostino Corsini; la Fertilità dei campi, scolpita da Bernardino Ludovisi; i "Doni dell'autunno" e" l'Amenità dei prati", realizzate rispettivamente da Francesco Queirolo e da Bartolomeo Pincellotti. Alla sommità lo stemma di papa Clemente XII e un'iscrizione dedicatoria sono affiancati da due personificazioni della "Fama" di Paolo Benaglia. Dall'interno del nicchione centrale si erge la statua di "Oceano" sopra un carro a forma di conchiglia, trainato da due cavalli marini, uno placido e l'altro imbizzarrito, a simboleggiare i due aspetti del mare. L'intero gruppo statuario è opera di Pietro Bracci. Ai lati del nicchione centrale vi sono due nicchie laterali, nelle quali vi sono collocate due statue raffiguranti "l'Abbondanza" (a sinistra) e "la Salubrità" (a destra), sormontate da due bassorilievi raffiguranti, rispettivamente, uno la leggenda di "Agrippa che approva il progetto dell'acquedotto" e l'altro la "Vergine romana che indica ai soldati assetati le sorgenti". La fontana si conclude con la grande scogliera che si allarga fino a coprire la base del palazzo e si immerge nella grande vasca a bordi rialzati che simboleggia il mare.

• Stato di conservazione

1. Il monumento, costituito per lo più da blocchi di travertino di varia qualità e provenienza, nel suo insieme, presentava tracce di degrado dovuto a deposizione di particellato, alla sua esistenza in un’atmosfera inquinata da smog e piogge acide.
2. Licheni, alghe, muschi, piante superiori e guano
3. Solfatazioni
4. Lacune
5. Alternanza di striature bianche e grigie provocate dalla variazione delle zone di ruscellamento
6. Croste nere nei sottosquadri
7. Stalattiti costituite dal calcare, che man mano aveva inglobato le alghe e i muschi cresciuti sulla superficie
8. Stuccature degradate o mancanti
9. La scritta in rame dorato sotto il cornicione presentava ampie esfoliazioni della lamina d’oro

• Intervento

1. Disinfestazione
Tutte le piante superiori, le alghe, i licheni e i muschi presenti sulla scogliera e successivamente sulla facciata sono state trattati con opportuni impacchi chimici, ma anche con mezzi meccanici allo scopo di portare alla luce le alghe endolitiche presenti e trattarle efficacemente con biocida, prodotto dalla Biochem.

2. Consolidamenti
Prima di eseguire il trattamento è stato necessario un leggero intervento di pulitura con tamponi di Diluente Nitro, il trattamento consolidante come nel precedente restauro è stato eseguito con applicazioni a pennello, a iniezione e percolamento di Silicato di Etile in tutte le zone ove necessario.

3. Pulitura
E’ stata eseguita con getti a bassa pressione di acqua nebulizzata, le croste nere più resistenti sono state rimosse con un successivo intervento con impacchi chimici, rifinitura a bisturi, pennelli, spazzolini e spazzole di opportuna misura. L'intervento è stato completato mediante un lavaggio generale con acqua distillata.
La pulitura, su indicazione precisa della direzione scientifica, è stata fermata allo stesso livello raggiunto dal precedente restauro e riconoscibile dalle patinature bianche date a schizzo sugli ossalati scuri indagati con le opportune analisi.

4. Stuccature
Tutte le stuccature degradate come quelle nuove sono state smontate e rifatte.

5. Trattamento dei perni e Staffe
Tutte le staffe e i perni di ferro sono stati liberati dalle vernici precedenti e dalle nuove ossidazioni presenti e sono stati fosfatati con un idoneo prodotto e ricoperti (come nel precedente intervento) di vernice bianca epossidica, intonata mediante colori per affresco.

6. Protezione superficiale
Su tutte le statue e gli altorilievi della facciata e sui gruppi scultorei della scogliera sono state date due mani di protettivo Silossanico.

7. Presentazione estetica
Sono state reintegrate tutte le scialbature che dal precedente restauro risultavano dilavate e/o deteriorate. Tutte le superfici sia degli altorilievi che delle statue, intonate con opportune “schizzature “ nel precedente intervento, sono state integrate, su indicazione del direttore scientifico, come le patine di ossido di ferro, presenti sulla coscia e sul panneggio della statua dell'Oceano

8. Dorature
E’ stata eseguita una pulitura chimica, veicolata in Sepiolite che ha asportato sia i residui delle vecchie vernici, che i prodotti di corrosione del rame. Alla fine del trattamento sono stati eseguiti ripetuti lavaggi con acqua distillata. La doratura delle parti prive dell'oro originale è stata eseguita con foglia d'oro 22/24 doppio spessore.

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